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Tue, 05/17/2016 - 12:38 -- admin
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Descrizione generale: 

La semina del lino veniva effettuata in Sardegna nel mese di ottobre, con la distribuzione manuale dei semi a spaglio nel terreno arato. La semenza era distribuita fitta per far sviluppare la pianta in altezza e quindi ottenere steli lunghi e senza ramificazione.
La pianta fioriva nel mese di maggio e veniva estirpata dal terreno nel mese di giugno, quando gli steli si presentavano gialli nella parte inferiore (maturazione gialla). Legati in fasci per la sommità, gli steli venivano disposti ad essiccare. Dalle piante essiccate venivano prelevati i semi tramite battitura. Questi erano parzialmente usati per la semina dell’anno successivo e variamente impiegati come medicamento in ricette di uso popolare e per l’estrazione di un olio utile per dipingere o come combustibile per le lucerne.
Da questo momento iniziavano le fasi di lavorazione finalizzate all’estrazione delle fibre tessili. Gli steli secchi venivano sottoposti ad una fase di macerazione per disciogliere gli elementi collanti che uniscono le fibre lunghe alle parti legnose della pianta. Per la macerazione, che avviene con un processo di aggressione progressiva di agenti microbiologici, gli steli erano immersi nei corsi d’acqua preferibilmente, in aree stagnanti dove il processo di fermentazione era più rapido. I fasci venivano lasciati in immersione anche per due settimane, tenuti fermi con dei grossi sassi disposti sopra come dei pesi. Questa procedura creava spesso dei contenziosi tra i coltivatori e i padroni di bestiame che utilizzavano gli stessi corsi d’acqua per abbeverare gli animali. Infatti, la pianta del lino rilasciava sostanze tossiche nell’acqua e favoriva la riproduzione delle zanzare anofele, causa del diffondersi della malaria.Ottenuta la giusta macerazione, i fasci venivano estratti dall’acqua e lasciati ben asciugare, quindi si procedeva ad una prima battitura con dei mazzuoli, finalizzata ad ammorbidire e frantumare le parti legnose degli steli.
La procedura successiva era la gramolatura, operazione che libera le lunghe fibre del lino e le ripulisce dalle parti polpose della pianta. Questa fase, come i precedenti processi di coltivazione, raccolta, macerazione e battitura, non era eseguita da un genere specifico femminile o maschile ma era delegata indistintamente a coloro che avevano acquisito competenza e pratica. L’utensile impiegato era la gramola (àsgada, àrgada, ògranu), strumento in legno composto da un cavalletto come supporto, ed una parte mobile costituita da un asse che si alza e si abbassa a tagliola su di un ripiano scanalato.
Dopo la gramolatura, il lino si presentava come folti mazzi di fibre lunghe, libere e lucide. Questo era il momento di preparale alla filatura, selezionando le fibre più lunghe, usate per i filati di maggior pregio, dalle fibre più corte, la stoppa (isthuppa), utilizzata per manufatti da lavoro e di uso quotidiano. Per la pettinatura veniva usato il pettine (su pèttene) una tavoletta di legno con numerosi punte in ferro nella parte centrale. Il lino pettinato era quindi pronto per essere filato.
L’operazione di filatura, di competenza femminile, veniva eseguita con l’uso di una rocca, realizzata con una canna aperta ad una estremità, ed un fuso (fusu, usu). Sulla rocca venivano avvolte le fibre pettinate e la filatrice con il pollice e l’indice ne tirava e torceva un sottile mazzo che collegava al fuso. Quest’ultimo veniva fatto ruotare sul fianco con la spinta della mano. Il suo movimento rotatorio torceva le fibre, creando un filo continuo che la tessitrice alimentava prelevando nuove fibre dal fuso. Per l’operazione di filatura le fibre di lino dovevano essere inumidite. Questo veniva fatto coprendole con un panno umido e, anche durante la filatura, la filatrice si bagnava le dita usate per ritorcere il filo con la saliva. Infine, le matasse di filato di lino erano sottoposte ad una procedura sbiancante, eseguita a caldo in un paiolo con la lisciva (sa lissìa), soluzione ottenuta con acqua e cenere.

Fase di lavorazione: 
Lavorazione del lino
Centro territoriale: 
Sardegna
Materiale: 
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Materiale Principale: 
Lino di produzione locale
Livello Geografico: 
Regione
old Alias: 
/contenuti-regioni/fase-di-lavorazione/lavorazione-del-lino-sardegna
Settore: 
Tessitura