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Ceramica

  • Le linee pulite dei vasi sono riprese con sensibile citazione dalla cultura campaniforme pre-nuragica in Sardegna, con la distintiva forma carenata dei bordi, decorati con bande parallele in delicate gradazione nei toni della terra.

  • È ricavata dal cerchio la forma del gallo e della gallina arricchita nei dettagli giocosi con preziosa manifattura. Realizzati artigianalmente, nascono come pezzi unici sempre diversi nei dettagli e nelle ricche pennellate della decorazione a smalto.

  • Elemento decorativo in ceramica con motivi ispirati ai ricami degli abiti tradizionali della Sardegna. La forma evoca sa franda, grembiule a decori dell’abito femminile nel quale le donne ricamatrici esprimevano abilità tecnica e compositiva.

  • Nella preziosa collana in ceramica ogni perla è singolarmente realizzata a mano con pregiatissima resa plastica e superficie smaltata in vibrate colorazioni, turchesi, cobalto, smeraldo e oro.

  • Simbologia beneaugurante nella collana con perle e pendente realizzata a mano in ceramica invetriata, impreziosita da lustro madreperlato e dalle decorazioni in oro brillante al 12%..

Il settore

La lavorazione della ceramica nel territorio isolano è testimoniata fin dal Neolitico con caratteristiche distintive che evolvono nel periodo nuragico. Le produzioni fittili del Neolitico interpretano la forma femminile, rotondeggiante anche nelle produzioni di vasellame, rappresentazione della Dea madre. Nella ceramica nuragica la figura è asciutta e stilizzata ed esprime la forza della guerra.
 
Nei periodi che seguono, la consistente circolazione di ceramiche importate, legate alle diverse culture che interagiscono con la Sardegna, rende difficile definire quale fosse la produzione locale, produzione che acquista con certezza espressione autonoma nell’età moderna, perdurando con caratteristiche stilistiche e con procedure tecniche quasi inalterate fino a tempi recenti.
 
La lavorazione è la terracotta, che può essere ingobbiata ed invetriata. Le forme sono poche e funzionali eseguite al tornio: le brocche, marigas, i recipienti, sciveddas, i tegami, pingiadas, i fiaschi, frascus, le ciottole, discus, e alcuni tipi di bricchi e versatori.
 
Il contesto è rurale, di sussistenza agreste e pastorale. Sono oggetti che supportano le attività quotidiane, il trasporto e alla conservazione dell’acqua, la panificazione, la preparazione dei dolci e dei cibi. Eppure non sfuggono agli abbellimenti e alle caratterizzazioni espressive. Le versioni festive appartengono ai giorni solenni, alla ricorrenza, al rito, sono lustro nel corredo. Vengono elaborate dai figuli più capaci, grafite e decorate con aggiunte plastiche, con motivi vegetali e con figure di santi e altri simboli religiosi e benauguranti.
 
Queste produzioni che appartengono alla cultura materiale locale, insieme alle produzioni di altri settori artigianali come la tessitura, l’oreficeria, l’intaglio e la cestineria, custodiscono un linguaggio segreto, intimo e suggestivo.