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Ceramica

  • Le sculture dei Balentes, per tradizione uomini orgogliosi e con forte codice morale, sono descritti con espressiva e dettagliata precisione, in un sentito racconto che riprende nel ricordo dell’artigiano uno spaccato di vita paesana focalizzato negli anni sessanta e settanta, quando

  • Il set da scrivania in ceramica smaltata, in cromie decise a campiture piene, s'ispira nel progetto intuitivo all'industial design anni Settanta, risolto con le forme perfette dei parallelepipedi unibili in un gioco d'incastri.

  • La sagoma fortemente stilizzata di un pesce inserita in una base di legno caratterizza questo particolare oggetto decorativo, realizzato in ceramica lavorata a lastra e poi smaltata. Appartiene alla linea Pesci, composta da varie proposte stilizzate dell'animale marino.

  • La carismatica figura del grande pesce San Pietro è ripresa in suggestiva forma plastica nella scultura in ceramica smaltata di vibranti cromie sfumate, cangianti e metalliche.

  • Oggetto decorativo realizzato al tornio e modellato a mano, fa parte di una serie di oggetti ispirati al mondo marino proposto anche come base per lampada in diverse versioni e colorazioni, impreziositi da decori in oro zecchino.

Il settore

La lavorazione della ceramica nel territorio isolano è testimoniata fin dal Neolitico con caratteristiche distintive che evolvono nel periodo nuragico. Le produzioni fittili del Neolitico interpretano la forma femminile, rotondeggiante anche nelle produzioni di vasellame, rappresentazione della Dea madre. Nella ceramica nuragica la figura è asciutta e stilizzata ed esprime la forza della guerra.
 
Nei periodi che seguono, la consistente circolazione di ceramiche importate, legate alle diverse culture che interagiscono con la Sardegna, rende difficile definire quale fosse la produzione locale, produzione che acquista con certezza espressione autonoma nell’età moderna, perdurando con caratteristiche stilistiche e con procedure tecniche quasi inalterate fino a tempi recenti.
 
La lavorazione è la terracotta, che può essere ingobbiata ed invetriata. Le forme sono poche e funzionali eseguite al tornio: le brocche, marigas, i recipienti, sciveddas, i tegami, pingiadas, i fiaschi, frascus, le ciottole, discus, e alcuni tipi di bricchi e versatori.
 
Il contesto è rurale, di sussistenza agreste e pastorale. Sono oggetti che supportano le attività quotidiane, il trasporto e alla conservazione dell’acqua, la panificazione, la preparazione dei dolci e dei cibi. Eppure non sfuggono agli abbellimenti e alle caratterizzazioni espressive. Le versioni festive appartengono ai giorni solenni, alla ricorrenza, al rito, sono lustro nel corredo. Vengono elaborate dai figuli più capaci, grafite e decorate con aggiunte plastiche, con motivi vegetali e con figure di santi e altri simboli religiosi e benauguranti.
 
Queste produzioni che appartengono alla cultura materiale locale, insieme alle produzioni di altri settori artigianali come la tessitura, l’oreficeria, l’intaglio e la cestineria, custodiscono un linguaggio segreto, intimo e suggestivo.